Nel Change Management dobbiamo parlare all’Elefante!
Nel 2015 usciva al cinema il successo firmato Disney e Pixar: Inside Out. La storia di Riley un’adolescente alle prese con dei cambiamenti tipici di quell’età. La storia è narrata dal punto di vista delle emozioni della ragazza, ritratte come cartoni animati all’interno della sua mente. Queste emozioni guardano il mondo attraverso gli occhi di Riley, pilotando azioni e reazioni della protagonista attraverso un grande computer.
Tralasciando il pensiero di Yuval Noah Harari, secondo cui il nostro agire è determinato dalla complessa interazione dei processi biochimici. Privandoci del libero arbitrio. Il film ci ricorda quanto le emozioni ci spingano a reazioni spesso incontrollate e non razionali, influenzando i nostri comportamenti.
The essential difference between emotion and reason is that emotion leads to action, while reason leads to conclusions – Donald Calne
Convenzionalmente scindiamo la nostra mente in due anime distinte. Il lato emozionale, istintivo ed inconscio, e la parte razionale, che rappresenta il sistema riflessivo e di analisi.
Il libro “Happiness Hypothesis – Finding Modern Truth in Ancient Wisdom” propone l’analogia di un uomo a cavallo di un elefante per descrivere agire e comportamenti delle persone. L’uomo, che rappresenta la parte razionale, se ne sta tronfio in groppa illudendosi di avere il controllo dell’animale, la parte emozionale. Ma questa leadership è precaria vista la differenza di stazza e l’istintività che governa l’animale.
Quando manca allineamento tra le due anime non risultiamo concreti e pragmatici.
Questa analogia viene ripresa in Switch – How to change things when change is hard dai fratelli Heath per approfondire il Change Management. Secondo gli autori il cambiamento non avviene quando il lato razionale (Conducente) non riesce a mantenere il controllo sul lato emotivo (Elefante) durante il processo.
Se è nostra intenzione cambiare le cose, dobbiamo tener presente entrambe le anime.
Poiché la prima definisce il piano e la direzione, la seconda fornisce al sistema l’energia. Infine durante il percorso di cambiamento dobbiamo considerare il contesto in cui operiamo, e le relative influenze. In sintesi nel Change Management è necessario guidare il conducente, motivare l’elefante e definire il percorso; con questo modello cambiare diventa più semplice.
Quando attiviamo strategie di Change Management teniamo presente questi tre fattori.
- Guida il conducente (Razionale)! Quella che sembra resistenza è spesso una mancanza di chiarezza. Definiamo in modo chiaro la direzione. Specificando i comportamenti che vogliamo modificare. Non “facciamo Digital Transformation”, ma “automatizziamo QUEL processo”
- Motiva l’elefante (Emozionale)! Quella che sembra pigrizia è spesso fatica. Il Conducente non riesce a farsi strada con la forza per molto tempo. Quindi è fondamentale coinvolgere il lato emotivo delle persone. Ingaggiando l’elefante a collaborare. Promuoviamo Vision che stimolino le persone a perseguire il cambiamento, riconoscendo e premiando ogni piccolo passo in avanti.
- Traccia il percorso (Contesto). Quello che sembra un problema legato alle persone è spesso situazionale. Quando correggiamo piccoli dettagli del contesto, facilitiamo il cambiamento, indipendentemente dalle anime razionale ed emotiva. Riprendendo Pixar, la sede fu progettata in modo da promuovere incontri e collaborazioni spontanee, incrementando i progetti creativi.
Se consideriamo questi elementi, possiamo realizzare cambiamenti radicali. Anche quando non ricopriamo ruoli di potere o non possediamo sufficienti risorse. Una volta che le persone iniziano ad agire in modo diverso, inizieranno a pensare a se stesse in modo diverso. E man mano che la loro identità evolve, si rafforzerà il nuovo modo di fare le cose.