Resilienti o meglio Anti-Fragili?
Perché oggi ritorna più che mai illuminante pensare alle organizzazioni secondo il concetto di “Antifragile”?
Non è certamente nuovo il principio – adatto a qualsiasi sistema anche in natura – secondo cui colui che è antifragile migliora quando le cose peggiorano. Più concretamente il concetto denota la caratteristica di un sistema di cambiare a fronte di fattori di stress esterni, al fine non di proteggersi bensì di adattarsi. E’ in questo senso che si dice che un sistema antifragile ama il caos e l’incertezza, è capace ed è adatto a prosperare nel disordine.
Possiamo dunque pensare di trasferire questo concetto da sistemi genericamente intesi per provare ad applicarlo a quello delle organizzazioni. Considerando perciò le aziende come degli organismi in movimento e influenzati dal contesto e dall’ambiente in cui vivono.
Essere o diventare un’azienda Antifragile significa…
…saper evolvere, trasformarsi e diventare qualcosa di diverso in una situazione di eccezionale cambiamento, con una particolare attenzione non solo a resistere sotto stress, ma addirittura a migliorare.
Nassim Nicholas Taleb è un filosofo, saggista e matematico libanese naturalizzato statunitense, esperto di matematica finanziaria. Non a caso inserisce il suo ultimo capolavoro letterario “Antifragile” nel 2012 nella Trilogia dell’Incerto. Questo dovrebbe esserci utile a comprendere quanto tale principio sia fortemente radicato ad un’altra caratteristica che ha pervaso e sta pervadendo il momento di attuale contingenza che è proprio quello dell’incertezza.
Cosa può significare dunque per un’azienda governare la complessità? Come può un’organizzazione diventare capace di migliorare in una situazione di stress e non solamente sopravvivere?
Pensiamo sia opportuno approcciare con particolare interesse ed attenzione a questo principio proprio perché lo stesso Taleb l’ha coniato per definire l’esatto opposto di fragile.
È qualcosa di più della robustezza o della resilienza, in questo caso sarebbe predisposto a reggere i colpi, a limitare i danni subiti. Invece, ed è questo che deve richiamare l’attenzione delle organizzazioni, l’essere antifragile prevede addirittura migliorare. Il robusto sopporta gli shock e rimane uguale a se stesso, l’antifragile invece li desidera e se ne nutre per crescere e migliorare. Lo sono tutte quelle cose che traggono vantaggio dagli scossoni e oggi siamo nella condizione obbligata, oramai più che nella possibilità di scelta, di avviare una trasformazione culturale, di forma-mentis e di approccio con cui guardare a sé stessi, al proprio futuro e alla propria preparazione per affrontarlo. Laddove non è nelle nostre possibilità sapere “quando” è fondamentale pensare, progettare e riflettere sul “come” farsi trovare migliori e migliorati.
“Il vento spegne una candela ma rinvigorisce un fuoco”
Foto di Agê Barros.